LO SCANDALO DEL PIANO KORIS

L’area posta a est della ex SS. 246 è nota come lottizzazione Koris, essa è oggeto di un piano di lottizzazione di iniziativa privata promossa da parte del proprietario e che è stato approvato nel C.C. del 15 luglio 2010. Tale area è edificabile da molti anni. Essa fu inserita nella variante del 1986 come area commerciale dal Consiglio Comunale di allora che aveva espresso il Sindaco Dott. Vinicio Perin. Il Piano regolatore di allora fu approvato con delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 3180 datata 2  giugno 1987.  la collocazione dell’area era a ridosso della strada statale e occupava poco più di un quarto dell’attuale superficie edificabile.
A sud di questo ambito era collocato il copertificio della Marzotto proprio a ridosso delle colline est costruito dall’Architetto Giuseppe Davanzo alla fine degli anni 50. Va sottolineato che dall’inizio degli anni 70 nell’area era insediata l’impianto di lavorazione del cloro della ditta Miteni allora denominata Rimar. A partire dal 1982 a seguito del disastro di Seveso (10 luglio 1976) l’Europa si dota di una direttiva comunitaria specifica per regolare i siti dove si lavorano sostanze pericolose e i rischi di incidenti rilevanti che ne discendono. La direttiva 96/82/CE ("Seveso 2"),  entra in vigore dal 3 febbraio 1999. Negli anni precedenti tra il 1996 e il 1998 la Koris Italia srl in collaborazione con la Marzotto presenta al Comune di Trissino un piano di valorizzazione e per la realizzazione dell’area commerciale e del copertificio. Tale progetto prevedeva la realizzazione di un centro commerciale. Esso viene stoppato definitivamente sulla base della direttiva Seveso e sulla base dei pareri rilasciati dagli enti competenti. Essa in Italia affidava alle agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA, VVF, CTR) il controllo dei siti a rischio.
La variante generale al P.R.G. del 2002 adottata dal Consiglio Comunale su proposta della Giunta presieduta dal Sindaco Aldo Peruffo, ne varia la destinazione d’uso e le caratteristiche di applicazione. L’area diviene a destinazione industriale e artigianale D1.1 e D1.2. Essa inoltre è interessata dal percorso della nuova SS 246 su cui poi si sostituisce il percorso del prolungamento della Superstrada Pedemontana Veneta. I tracciati superstradali introducono vincoli e fasce di rispetto che limitano l’edificabilità. Inoltre nel 2001 entra in vigore quella che tutti chiamano la Seveso 2 che prevede vincoli e fasce di rispetto dimensionate su precise disposizioni dimensionali per i gradi differenti di rischio. Essi vincolano l’area fino a una distanza di 280 mt dal sito della Miteni, impedendo di fatto ogni ulteriore valorizzazione dell’area. La variante generale viene approvata dalla Giunta Regionale del Veneto con Delibera n. 1352 del 7 maggio 2004 ai sensi dell’art. 45 della LR 61/85.
A seguito di tale procedimento nel piano regolatore generale entrano i documenti richiesti dalla normativa Seveso per il rischio di incidenti rilevanti e il piano di emergenza esterno. E’ cura dell’Amministrazione Peruffo e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico ottenere le validazioni al Piano di Rischio o elaborato tecnico, che costituisce vincolo determinante per l’area.
Successivamente a tale approvazione nel 2004 viene presentato il nuovo progetto preliminare della SPV con la relativa valutazione d’impatto ambientale. Questo nuovo tracciato sulla base della norma ….. viene dichiarato di preminenza nazionale e strategica per gli interventi dello stato. In questa fase di valutazione delle prime osservazioni vengono avanzate tre proposte per il tratto che interessa Trissino, denominate soluzioni A, B e C. Queste nello specifico riguardano l’area di proprietà Koris Italia srl, infatti nella prima viene previsto l’attraversamento dell’area secondo il tracciato previsto dal PRG con una semicurva amplissima che attraversa da sud a nord l’area. La seconda soluzione proposta prevede una galleria di circa 1500 m che attraversa il monte della Colombara parallelamente al precedente tracciato, entrando dalla località Valbona e uscendo a nord della villa Colombara in prossimità della località Sandri. La terza proposta prevede una lunga galleria che parte dalle Canove di Montecchio Maggiore e ripete l’uscita precedente.
Nella VIA del 2005 si sottolinea che la soluzione B è preferibile poiché consentirebbe di tutelare l’area della villa Colombara e rispetterebbe i vincoli imposti dalla normativa Seveso che impediscono la realizzazione di arterie viarie a grande concentrazione di persone, ancorchè in movimento.
In questo periodo in cui le osservazioni vengono presentate e il progetto viene sottoposto all’attenzione del CIPE, verso la fine del 2005, si registrano alcune donazioni importanti preliminari alla campagna elettorale che vedrà nella primavera del 2006 il voto che segnerà il ritorno di Romano Prodi al governo e la sconfitta di Silvio Berlusconi. Il Corriere della Sera e la trasmissione Report presentano in due servizi un fatto che molto scalpore ha suscitato nell’opinione pubblica, almeno quella locale. I servizi riferiscono che il conte Giannino Marzotto considerandosi “un moribondo e non più un morituro” abbia pensato di lasciare un’eredità a quelli che considera suoi eredi. Individua perciò questi in due forze politiche protagoniste della campagna elettorale della primavera del 2006: Forza Italia perché più rappresenta il pensiero liberale a cui lui da sempre è stato vicino, la Lega Nord perché ama e difende le radici e il territorio e lui da buon montanaro ama le radici. Questo fatto non viola assolutamente la legge, che consente il finanziamento dei privati alle forze politiche purchè lo dichiarino ogni anno in un resoconto depositato al Parlamento. E’ però un fatto che va registrato nei tempi e nelle modalità poiché la sequenza temporale è interessante. L’inviato a Trissino del Corriere della Sera Maria Vittoria Sacchi firma un articolo il 18 febbraio 2006 in cui ci segnala di un “… party per Silvio con mortadella par condicio”. Il resoconto ci spiega che in quella sera il conte Giannino avrebbe incontrato più di 400 ospiti e il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi in una cena pre elettorale legata alla sua donazione.
La donazione del Conte Giannino va sulle principali testate e in quelle locali dove vengono messi a confronto i membri della famiglia e le rimostranze delle figlie. Ma la donazione non si limita ai partiti, egli come ha dichiarato nei mesi successivi vuole lasciare un segno nel paese che ha scelto come residenza e che dagli anni cinquanta lo vede proprietario delle tenute di villa Trissino. Dona dunque 500.000 € all’amministrazione comunale di Trissino, retta da un’alleanza tra FI, AN, UDC, e esternamente LN con Sindaco il dott. Vinicio Perin (lo stesso del 1986) per la realizzazione di un’opera pubblica con finalità sociale, oltre ad altre somme minori donate alla ProLoco e alla Parrocchia e imparagonabile con i cinque e sei zeri precedenti. Tra il 2007 e il 2008 si scatena uno scontro sia nel Consiglio Comunale, sia nei gruppi sociali e nelle associazioni attorno all’opera pubblica che viene individuata, e sulla modalità per realizzarla.
Un fatto specifico è che nell’ordine del giorno del consiglio comunale del giugno 2006 compaiono due punti che fanno saltare sulla sedia le minoranze. In uno si vorrebbe consentire ad un soggetto privato Il conte Giannino Marzotto di realizzare nell’area del parco giochi il complesso denominato centro ricreativo per anziani di Trissino. Nell’altro si procede all’approvazione delle varianti parziali ex art. 50 L.R. 61/85 che consentono amplianti e aumenti di cubatura puntualizzati e limitati entro una percentuale che non alteri le previsioni del PRG allora vigente. In particolare vi sono due aree a nord e a sud della Colombara di Trissino in via Stazione che attirano l’attenzione dei consiglieri di minoranza, esse, come altre ma molto più piccole passano dal 40% al 60% di superficie coperta come indice di fabbricazione previsto per le zone omogenee produttive. L’amministrazione del Sindaco di allora, il dott. Vinicio Perin, sembrerebbe favorire un soggetto non coinvolto nel punto precedente, poiché quelle aree sono intestate alla Koris Italia spa che ha come amministratore unico il dott. Ferdinando Businaro di Monselice. Ma questa società è un’impresa che dichiara di avere come scopo la valorizzazione commerciale dei beni posseduti tra i quali quelli a Trissino nei compendi della villa Superiore e Inferiore oltreché nella Colombara in fondovalle. La sua sede è posta nelle pertinenze di villa Trissino poco lontano dalla bellissima piazza G.G. Trissino, che sono le medesime residenze di rappresentanza, quelle di Trissino alto, e effettive, quelle della Colombara in via Stazione dove risiede il conte Giannino. Inoltre in uno speciale del 2009 il Corriere del Veneto presenta il dott. Businaro come “amministratore delle fortune di Giannino Marzotto”.
Va sottolineato che non risultano atti contrari alla norma da parte di nessuno salvo il primo punto che è contrario alle norme che regolano la gestione e l’amministrazione del patrimonio comunale che è pubblico e non può essere ceduto con una delibera del consiglio comunale, soprattutto come quella presentata in quella sera e in quella commendevole circostanza. Viene ritirato su istanza urgente delle minoranze che come risulta dagli atti  e ai testimoni presenti fanno presente che qualora avessero dato corso a quella delibera i consiglieri eletti nelle fila della maggioranza del Sindaco Perin avrebbero potuto risponderne di fronte alla corte dei conti, poiché  è indebita la cessione a privati di un’area pubblica anche per un tempo parziale e per ottenerne delle migliorie quali il centro ricreativo per anziani.
Qualcosa non torna anche con l’ultima giunta che amministra Trissino dall’aprile del 2009, tant’vero che il Piano di lottizzazione parte sicuramente dal 2009 anno di inaugurazione della casa di riposo. Nel corso dell’aprile del medesimo anno si assiste al cambio di amministrazione comunale dove subentra quella del nuovo Sindaco della Lega Nord l’ing. Claudio Rancan. Con questa nuova amministrazione abbiamo due fatti rilevanti il blocco del PAT pronto e bloccato dalla campagna elettorale dell’inizio del 2009, e la conclusione dell’iter del Piano di lottizzazione Koris, con approvazione del progetto urbanistico il 15 luglio 2010, stipula della convenzione nel settembre del 2010 e avvio dei lavori edilizi prima delle opere di urbanizzazione dal medesimo mese. Abbiamo citato la convenzione poiché la nuova giunta leghista blocca il pat fino all’avvio del PdL Koris, infatti riparte dal dicembre 2010. M odifica la convenzione standard del comune di Trissino consentendo l’edificazione degli immobili prima del completamento delle opere di urbanizzazione e delle strade pubbliche che ammontano a oltre 3.500.000 euro. Il blocco del PAT è particolarmente allarmante poiché nel PRG vigente sono previsti circa altri 200.000 mq di aree commerciali e artigianali di nuova edificazioni. Essi sono vincolati con atti d’obbligo già sottoscritti con il Comune di Trissino al veramento della monetizzazione della perequazione. Questo vincolo poteva essere introdotto anche per l’area Koris che sarebbe rientrata con il PAT in quanto prevede la nuova norma urbanistica regionale (LR 11/04) con la perequazione del 25% della sua superficie. Rallentando questo iter la lottizzazione ha sottratto oltre 2.000.000 Euro ai cittadini di Trissino al netto delle opere di urbanizzazione e di eventuali ulteriori accordi. Infine questa amministrazione non ha compreso e utilizzato l’occasione di questo intervento che ha una rilevanza almeno provinciale per la sua estensione, di programmare e risolvere il nodo della viabilità della valle dell’agno a sud del casello di Castelgomberto, dove sono collocati quasi 350.000mq di aree artigianali e industriali esistenti gia edificate o da completare. Avremo tutte queste aree che si riverseranno sulla vecchia ex SS 246. Il sindaco Rancan e il suo assessore all’urbanistica Stefani non hanno saputo programmare con la provincia e il comune limitrofo di Castelgomberto una nuova bretella che sul tracciato della vecchia pedemontana che attraversava il PdL Koris collegasse la nuova rotatoria del copertificio di Trissino con la costruenda rotatoria del supermercato ex Pellicano (progetto sottopasso Pedemontana) e tramite la bretella sud che dalla località Molini a nord di San Rocco avrebbe potuto raggiungere Brogliano e il nuovo casello della SPV. L
Le responsabilità che hanno favorito un’operazione principalmente speculativa si sono sommate nel corso degli anni, tutti hanno contribuito a sottovalutare la contabilità dello spreco di territorio e a mettere in secondo piano l’interesse pubblico. La sottovalutazione della legge Seveso, l’aumento di superficie, l’aumento degli indici, l’alterazione della convenzione, il ritardo del PAT, la diminuzione e la sperequazione dei ricavi per le casse comunali hanno delle responsabilità precise: esse vanno attribuite alle amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Soprattutto anche l’attuale amministrazione della LN che si chiama fuori perché si dichiara obbligata ad attuare il piano come ultimo sindaco della catena di sant’antonio che ha determinato lo scempio e l’ecomostro del piano Koris è responsabile. La cubatura di un piano ha la sua matrice negli atti che compie un’amministrazione pubblica in rappresentanza di tutti i cittadini, soprattutto di quei cittadini che i non hanno metri cubi da vendere o da costruire e che li potrebbero rendere milionari. Vanno dunque riequilibrati i differenziali economici che rendono un cittadino milionario e uno no e che si determinano con semplici tratti di penna su una mappa, per questo la norma ha introdotto il riequilibrio dei valori economici che devono essere sempre a favore del bene pubblico, e del bene comune. Questo deve essere vero, e non valgono rotatorie e piste ciclabili a compensare lo spreco e lo scempio di una campagna che era coltivata dal 1200 senza soluzione di continuità. La campagna e la villa della Colombara, la città di Trissino, la Valle dell’Agno, sono stati stuprati da un’opera brutta inutile e priva di ricadute economiche se non per chi costruisce e cementifica.
E’ pienamente condivisibile quanto afferma il professor Salzano: Ogni intervento di costruzione distrugge e sostituisce. Sostituisce cemento e asfalto ad agricoltura fertile. Distrugge i territori, intercetta corsi d’acqua, aggrava i problemi a valle che derivano dal cattivo uso delle acque. Toglie risorse più di quante ne aggiunge.
 Soprattutto per il Piano Koris e per opere come questa che non garantiscono né nuova occupazione, ne nuovi lavori, bisognerebbe domandarsi se non si può utilizzare o ammodernare ciò che già esiste, se un territorio non ha già superato il limite, se ciò che si costruisce lo si fa per liberare nuove risorse sul territorio, o lo si fa per la speculazione pura e semplice. Ci si deve domandare sempre se un intervento urbanistico, una nuova infrastruttura o la costruzione di un complesso commerciale o artigianale non sia eccessivo in questa fase. Bisogna partire da una utilizzazione intelligente delle risorse già disponibili. Purtroppo il territorio non è più considerato un patrimonio collettivo, un insieme di risorse utili anche alle generazione future, ma una macchina per fare quattrini. Se per fare quattrini si deve distruggere, non importa niente soprattutto a chi lo possiede, perché quello che distrugge va oltre i diritti, i doveri e i confini della proprietà, e dunque non è suo e se quello che costruirà sarà brutto e inutile, comunque lo venderà.…
Cancellare l’agricoltura non costa niente a chi specula, a chi costruisce e a chi sostiene questa lobby, invece, guadagna proprio dall’aver distrutto un insieme di beni come l’agricoltura, il suolo, l’acqua, il paesaggio, la ricchezza proprio del territorio, la capacità di sostenere lo sviluppo e le risorse del medesimo e di tramandarle ai posteri, tutti beni comuni. Questa contabilità non viene fatta, nessuno la tiene e a nessuno ne viene chiesto conto. Amche a Trissino bisogna rovesciare questo modo di concepire il territorio!
Il Professore Salvatore Settis nel suo discorso sul paesaggio dice che esso è vitale per non farci setire fuori luogo nello spazio in cui viviamo. Aggiunge: la qualità dei luoghi e dell’ambiente non è  un lusso, è una necessità, è il miglior investimento sul nostro futuro. Come possiamo immaginare che si possano attrarre capitali nella sfida mondiale se la nostra valle è brutta, se le sue costruzioni sono pessime, se viviamo in un ambiente pericoloso per la vità? Settis ci esorta ad agire contro la colpevole inerzia di troppi politici, e noi diciamo che questa amministrazione di Trissino lo è colpevolmente, con le sue parole diciamo che è necessaria una azione civile per rimettere al centro il bene comune e non i beni di pochi, il bene comune, l’acqua, il suolo, l’aria , il paesaggi, la città, il territorio,  sono fondamento della democrazia, della libertà, della legalità e della uguaglianza.
Chi amministra ha il compito di guidare e negoziare a caro prezzo la conservazione di questi beni che appartengono a tutti i cittadini di un comune. La politica ha il compito di guidare la programmazione e pianificazione dell’uso delle risorse dell’ambiente in cui viviamo. L’amministrazione ha il compito di guidare le forze e le risorse economiche che vogliono investire sul territorio, l’amministrazione pubblica non deve farsi guidare dagli slanci di una economia che persegue solo fini di sfruttamento delle risorse di un territorio. Essa deve usare il metodo della concertazione tra i cittadini, tra l’interesse comune e l’interesse privato che deve essere investito di responsabilità sociale. Non vanno accettate le elemosine che nascondo le sottrazioni, vanno accettati gli investimenti che  non devono depredare il territorio ma che vanno concertati perché questi siano sostenibili e non distruggano definitivamente i beni che siamo chiamati a custodire. Il limite è rappresentato da quanto riusciamo rigenerare le risorse che impieghiamo per generare la ricchezza che ci serve per vivere e mantenere il nostro livello di benessere. Se i nostri interventi non consentono di rigenerare queste risorse, di conservarle e tramandarle ai nostri figli essi non son o sostenibili. Sulle coperture del Piano Koris potremmo anche raddoppiare i pannelli fotovoltaici ma è un intervento che ha superato questo limite, che non ridistribuisce ricchezza nel territorio e la concentra sempre più nelle mani di pochi, ma soprattutto spreca , e sprecare quando esiste la crisi è un delitto.
Massimo Follesa seg.circ. PD Trissino 27/02/2011